domenica 21 agosto 2011

Santa Lucia del Mela Città d'Arte

Il Castello arabo (837-851), svevo (1228), aragonese (1322) è stato protagonista della storia millenaria della città. Ospitò Federico II° che poteva dedicarsi alla caccia, suo svago preferito, sui monti vicini ricchi di selvaggina. Lontano dalle ingerenze dei vescovi delle vicine diocesi, nella "sua" Prelatura, poté preparare quella che fu definita "la crociata maledetta". Nel nostro Castello riecheggiavano i versi della scuola poetica siciliana ed una tradizione popolare vuole che nella prigione, sotto il vano della torre cilindrica (scoperta nel '67 durante l’esecuzione di lavori) abbia finito i suoi giorni suicida, Pier delle Vigne, Protonotaro dell’imperatore, caduto in disgrazia, che proprio a Santa Lucia doveva godere una stima particolare dal popolo come attesta una via del centro storico a lui dedicata. Ristrutturato ed ampliato da Federico II° d’Aragona sovente fu teatro di eventi cruenti e sanguinosi. Nel ’600, decaduto alle funzioni di difesa, abbandonato ed in rovina viene ceduto dal proprietario don Francesco Morra principe di Buccheri, a Mons. Simone Impellizzeri, Prelato del tempo (1673), che provvede subito alla ristrutturazione. La torre quadrangolare, pericolante, viene abbattuta per fare posto alla costruzione di un Santuario dove, al centro di una maestosa cornice barocca, viene collocata nel 1674 la stupenda statua marmorea della Madonna della Neve di Antonello Gagini (1529), proveniente dalla chiesetta rurale di contrada San Giuseppe. Da allora la dolce Castellana, dall’alto veglia sulla città. Nel 1695, nei locali ristrutturati, viene trasferito dal Palazzo Vescovile, il Seminario che diviene in breve tempo un rinomato centro di studi. Maestri insigni e personalità eccelse ne hanno percorso la storia. Basti ricordare il luciese Abate Antonio Scoppa, letterato, ambasciatore a Parigi del regno delle due Sicilie ed accademico di Francia ed il filosofo Pasquale Galluppi, natio di Tropea, che da giovinetto ebbe a studiare nel nostro seminario, divenendo professore di Teologia Dogmatica. Viene considerato un luciese d’adozione e molto opportunamente la locale scuola Media gli è intitolata. Ai piedi dello scalone d’ingresso, statua marmorea di San Michele Arcangelo attribuita al Calamech (1572), proveniente dalla diruta chiesa di San Michele.
All’interno della torre cilindrica, è collocata una preziosa biblioteca con incunaboli, cinquecentine e testi molto antichi. Dal belvedere del Castello incantevole panorama. L’occhio spazia da Capo Calavà a Capo Vaticano in Calabria con sullo sfondo, a fare da corona, le sette perle dell’Arcipelago Eoliano.





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